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Nessuno vorrebbe essere Azure

"Tredici centesimi" edito da Marotta&Cafiero è un romanzo che ho scoperto per caso durante uno dei miei consueti giri in libreria. Mi ha attirato da subito la copertina e mi ha conquistata non solo la trama ma anche la storia dell'autore.


K. Sello Duiker, nasce a Orlando West e cresce a Soweto all'apice dell'apartheid da genitori di classe media con un'istruzione universitaria. La sua istruzione e la sua vita sono state fortemente influenzate dall'Apartheid.

Era solito fare uso di droghe come LSD, marijuana e altro ancora. Viene espulso dall'università, e a seguito di questo episodio viene ricoverato in un ospedale psichiatrico.


Scrisse "Tredici centesimi" dopo la dimissione dall'ospedale, in soli due mesi.


Duiker era considerato uno degli scrittori più promettendi del dopo-apartheid. Fu sicuramente il portavoce di una generazione oppressa. Muore suicida nel 2005, a 30 anni impiccandosi a Johannesburg.


Il romanzo è un pugno dritto allo stomaco, uno schiaffo in piena faccia ad ogni pagina. Ambientato a Cape Town, la voce narrante è lo stesso Azure, protagonista della storia.


13 anni, ha la pelle nera e gli occhi azzurri e scopre i suoi genitori morti ammazzati quando di anni ne ha 10 e da quel giorno le strade di Sea Point diventano la sua casa.

Vive di espedienti, durante il giorno lavoro in un parcheggio a Cape Town, dove aiuta a parcheggiare le macchine e, se i proprietari glielo lasciano fare, le lava anche. Poi si prostituisce, fa uso di droghe e non frequenta quelle che propriamente dovrebbero essere le compagnie di un comune pre-adolescente.


Non è un romanzo per tutti, questo è certo. Dentro si trova tutta la meschinità dell'essere umano, tutta la sua crudeltà e la sua debolezza. E' un'escalation di vicende sempre più potenti da un punto di vista psicologico. Azure si trova ad affrontare situazioni che lo obbligano a crescere a "diventare forte" ma nonostante tutto non smette mai di avere paura.



"Per tre giorni la porta non si apre. Cago in un vaso da notte che mi hanno messo nella stanza. per letto ho un pezzo di gommapiuma. Per tre notti ascolto le mie ferite, i miei lividi. Per tre notti sento il mio corpo guarire [...] Quando comincio a sentirmi debole, canto. Canzoni inventate che non c'entrano niente con le parole, semplici suoni senza senso che si scrivono da soli nella mia testa."

Quella che narra Azure è una vera e propria odissea che attraversa atrocità estreme ma anche brevi momenti di disincanto.

La paura è il sentimento presente in ogni pagina, accompagnata da un intimo desiderio di evasione e a tratti anche da vane speranze.


Il fil rouge di tutto il romanzo è sicuramente il razzismo, una presenza estremamente ossessiva nella Johannesburg del dopo-apartheid che emerge violentemente lungo tutta la narrazione.


La segregazione razziale ha avuto come conseguenza una devastazione morale che ha alimentato l'odio razziale. Un odio selvaggio, primordiale che viene scatenato anche solo dalle diverse gradazioni di nero della pelle. A dimostrazione di questo è emblematico il motivo per cui Gerald (il "capo malavitoso"), mulatto, fa quasi ammazzare Azure, nero.

Lo condanna ad un pestaggio di violenza spropositata e ad atroce abuso sessuale.


L'ho scritto da subito, non è un libro semplice, anzi, ha un linguaggio molto crudo e le descrizioni non lasciano nulla all'immaginazione ma è qualcosa di assolutamente necessario.

Duiker non si limita a raccontare una storia, ci sbatte in faccia semplicemente la realtà, mette completamente a nudo la povertà morale di una miserabile condizione umana.


Non è facile affrontare determinati argomenti. Per chi è totalmente distante da certi tipi di realtà è molto più semplice ignorare, far finta di nulla o non prendere posizioni per non esporsi.

Io ritengo che in questo momento storico abbiamo invece il dovere morale di informarci, di dare voce a chi voce fino ad oggi non ne ha avuta, di diffondere quanto più possibile informazione.


Quello che davvero mi ha colpita e scossa è l'attualità dell'argomento nonostante sia un testo scritto 20 anni fa. Mi ha spinta a riflettere tanto, non solo il romanzo in sé ma anche la storia dell'autore. Non riesco neanche ad immaginare cosa gli sia nato dentro, cosa lo abbia portato a liberare come un fiume in piena queste pagine. E' indescrivibile la potenza che trasmette questo romanzo.


Il finale del libro è un viaggio in un girone dell'inferno, surreale, intriso di metafore e profonde descrizioni di stati d'animo, di sensazioni fisiche e mentali che vive Azure durante tutto il suo percorso fino al surreale, onirico, allucinogeno e epico finale.


Una visione tanto drammatica quanto meravigliosamente perfetta nella sua devastazione.


 

Il romanzo esce per la prima volta nel 2000, a luglio del 2020 viene pubblicato dalla casa editrice Marotta&Cafiero

Lo trovate disponibile direttamente sul loro sito. Vi lascio il link diretto qui

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